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"BLUES FOR ORNETTE" IN ANTEPRIMA NAZIONALE SU RAI 3

  • Redazionale. Marta S.
  • 9 ott 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

VENERDI’ 9 OTTOBRE

TIZIANO TONONI E THE ORNETTIANS

“BLUES FOR ORNETTE”

Tiziano Tononi & The Ornettians, omaggio a Ornette Coleman

Anteprima nazionale registrata da RAI Radio3

Daniele Cavallanti - sax tenore

Achille Succi – sax alto

Emanuele Parrini – violino

Silvia Bolognesi – contrabbasso

Tiziano Tononi – batteria / direzione


La Sala del Rosso apre la programmazione autunnale 2015 ospitando il progetto di uno dei musicisti italiani artefice di numerose letture della filosofia musicale di Ornette Coleman. Il batterista, percussionista, compositore Tiziano Tononi ha realizzato nel 2005 e nel 2007 con i suoi Ornettians, in formazioni variabili sia acustiche che elettriche, due volumi per l’etichetta Black Saint “Peace Warriors” vol.1 e vol.2. Gli Ornettians, in quintetto, riprenderanno quei repertori ma, in anteprima assoluta, presenteranno alla Sala del Rosso anche la nuova suite composta da Tononi dedicata a Coleman che chiuderà con un prossimo cd la trilogia omaggio al musicista texano.


RAI Radio3 che registrerà l’intera serata alla Sala del Rosso di Firenze.



Ornette Coleman: il jazz liberato

La recente scomparsa del texano Ornette Coleman, compositore, sassofonista, trombettista, violinista, poeta, pittore, ha aperto un vuoto nella comunità musicale afroamericana come nel cuore di musicisti, appassionati e studiosi di tutto il mondo. Con lui scompare uno degli artefici della musica del secondo ‘900. Ornette, così tutti lo chiamiamo come si fa con un amico, è stato un rivoluzionario gentile, amabile, timido, quasi impacciato, che ha cambiato la direzione, la storia del jazz con il disco-manifesto “Free Jazz” (1960), liberandolo dai rischi di accademismi e nostalgie. Il musicista texano disintegra la complessità armonica del be-bop parkeriano, inietta nelle sue composizioni una forte dose di riferimenti al blues rurale, compone melodie ora felici e danzanti ora scure e dolorose. Soprattutto apre a tutti i musicisti che fanno riferimento al linguaggio jazz un mondo nuovo dove l’improvvisazione non è più prassi usurata e ripetitiva ma una forma d’arte libera e astratta.


 
 
 

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