VERDI SEMPRE ATTUALE E AMATO NEL MONDO
- di Alessandra Giorda
- 6 ago 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Giuseppe Verdi nasce a Roncole il 10 ottobre 1813 . La prima opera che potè rappresentare alla Scala fu Oberto, conte di San Bonifacio. Dopo un periodo di raccoglimento , in cui raggiunse una più completa preparazione culturale, potè affrontare la nuova opera con quella sicurezza già palese nel Nabucco,l'Ernani ....La musica verdiana di quell'epoca è ardente , impetuosa e combattiva ossia "poca arte e ma molto cuore". Soffocati nel 1849 i primi entusiasmi, Verdi si ritira a Busseto presso la sua villa di Sant'Agata che diventa la sua sede preferita dove conquista la sicurezza economica, trova la giusta pace per comporre le opere più meditate e mature. Sono infatti di questo periodo i suoi tre capolavori popalari: Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata.

Sfrondata l'azione da ogni soprastruttura superflua e lasciati in ombra i personaggi non essenziali, i protagonistisono messi a fuoco con precisione e incisività drammatica potentissime; nella necessità di creare all'azione una atmosfera continua la cui coerenza drammatica non fosse spezzata dalle arie e dai recitativi soliti, li fuse in modo che la melodia sgorgò spontanea a sottolineare il momento dell'azione drammatica. In ognuna di queste tragedie" snaturato da enormi e smisurate passioni, riacquista attraverso il dolore e l'amore la sua umanità" (Mila). Così l'inumana e crudele incoscienza di rigoletto, la sete di vendetta di Azucena, la volubilità impudente e un pò meccanica di Violetta, che si traducono in impersonali trilli e gorgheggi, si umanizzano nell'ultimo atto attraverso l'esperienza del dolore e dell'amore, e si risolvono nella catarsi redentrice della morte.

A questo periodo seguirono anni di inventività disuguale, ma ricco di esperimenti e tentativi nuovi i cui risultati positivi saranno evidenti nelle opere successive. Giussepe Verdi amplia la sua concezione del dramma e laluce prima concentrata sui protagoniosti e le scene essenziali, si allarga al mondo circostante, acquistando nuove sfumature: non è più lo schema della vita ,ma la vita stessa, nella quale le passioni possono essere terribili, ma dove c'è anche qualche sorriso. E' il periodo dei Vespri Siciliani, del Simon Boccanegra, della Forza del Destino e del Don Carlos. A distanza di qualche anno l'Aida sbalordì i wagneriani ,mostrando che anche Verdi, pur rinnovando tecnicamente l'orchestra e facendo muovere grandi masse e molteplicità di motivi, poteva continuare a mantenere la stessa genuina e focosa limpidezza melodica.

Dopo un trentennio di creazione, per un lungo periodo Verdi rimase inattivo tranne che per La Messa di Requiem in occasione della morte di Alessandro Manzoni che ridestò intorno al suo nome rimpianti ed entusiasmi. Dalla rappresentazione dell'Aida all'Otello passano 10 anni, dal 1871 al 1887: questo silenzio fu provocato sia sembra da esaurimento di ispirazione, sia da uno studio approfondito dei compositori del sette/ottocento sia dalle opere di Wagner che si andavano rapidamente diffondendo.

La visione drammatica dell'Otello si aprì senza dubbio ad una concezione più ampia e rinomata del dramma musicale, che tuttavia non ha nulla di wagneriano, e continua la strada tracciata dalle tre opere popolari.
All'età di 74 anni il vecchio maestro ritrovò una nuova giovinezza con la sua ultima opera: il Falstaff ,commedia musicale piena di sorrisi e umorismo. Morì il 27 gennaio 1901.
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