AMBROGIO MAESTRI PROTAGONISTA ALL'ARENA DI VERONA
- di Alessandra Giorda
- 17 giu 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Tra i tanti prestigiosi personaggi intervistati dal Televisionario2 è la volta di una stella della lirica: il baritono Ambrogio Maestri. Interprete essenzialmente verdiano. Il suo nome è particolarmente legato al Falstaff di Giuseppe Verdi, opera con la quale si è esibito al "Centenario verdiano" del 2001, alla Scala di Milano e al Teatro Verdi di Busseto e che gli ha aperto le porte per scalare l'Olimpo della lirica e diventare una Star e uno dei cantanti più contesi dai più importanti teatri mondiali. Dal Met di New York al ROH di Londra, passando per il Giappone per approdare in Austria .
Protagonista dell'estate lirica all'Arena di Verona con tre ruoli, nelle opere più rappresentative quali Aida (recite del 19-25-31 luglio) nel ruolo di Amonasro, Tosca ( recite del 6-14 agosto) nel ruolo di Scarpia e Nabucco ( recite del 18-21agosto ) nel ruolo omonimo. Proprio quest'ultima opera di Verdi è il tema iniziale dell'intervista a seguire dove Ambrogio Maestri si racconta lasciando spazio anche a consigli per i giovani cantanti lirici che si apprestano a intraprendere la carriera in questo meraviglioso mondo.
E' sempre con Nabucco la Premiére del 19 giugno che apre la stagione lirica estiva a Verona, nello splendido scenario dell'Arena.
D: Come sarà il tuo Nabucco?
R: Ho oltre 20 recite alle spalle. In Nabucco non cè molto di me essendo un personaggio cattivissimo , comincia ad assomigliarmi nella parte finale dove si redime e diventa più buono, nella seconda parte quando capisce che gli stanno uccidendo la figlia. Le scene saranno spettacolari . Faccio la mia entrata in Arena su di un trono trainato dai miei schiavi. Durante l'opera indosso vestiti pesantissimi e corazze.
D: Come si canta nel teatro all'aperto più grande al mondo, quale l'Arena di Verona?
R: Non è affatto semplicre cantare in Arena, se picchia il vento contrario c'è un ritorno di voce, anche se l'acustica lì è formidabile. Se fa molto caldo si secca la gola e quindi bisogna dosare bene la voce , altrimenti si rischia di mettere a dura prova la voce facendo un finale scarso. Bisogna sempre essere molto attenti a non strafare ma procedere un passo alla volta.
D: Quanti sacrifici fai ogni giorno per mantenere l'alto livello a cui sei arrivato?
R: Tanto studio costante e poi sono convinto che l'esperienza è quella che fa e te la costruisci sul campo. L'essere sul palcoscenico recita dopo recita ti forma, ti rafforza , ti fa capire cosa migliorare e si acquista sempre più sicurezza.
D: Quali i ruoli che si addicono di più a te e quali no?
R: Rigoletto è molto bello e interessante da cantare ma si addice poco alla mia fisicità che non me lo permette. In Scarpia invece mi sento a mio agio . Per costruirti una bella carriera devi tenere conto anche della fisicità e dei propri limiti. Devi essere consapevole di te stesso e lavorare sui tuoi pregi.
D: Cosa ti piace di Giuseppe Verdi ?
R: Sai cosa mi piace di Verdi? Che ha scritto ruoli per baritono e che quindi mi dà la possibilità di lavorare ed esprimere al meglio le mie doti vocali .E' il primo che rende protagonista un baritono, come in Nabucco.

D: Perchè ancora tante teste brizzolate nei teatri del Paese del Belcanto?
R: Per i costi soprattutto. I giovani non possono permettersi di spendere € 100/ 150 per una sera all'opera. Finchè le istituzioni non sovvenzionano i teatri sarà molto difficile vedere molti figli. Solo i genitori e non tutti possono spendere tali cifre. A Vienna per esempio lo Staatsoper per ogni rappresentazione mette 100 biglietti al costo di un cinema e i giovani pullulano. Canto molto all'Estero dove la situazione è ben diversa dall'Italia. Nel nostro Paese spesso i giovani che vanno all'opera sono rampolli ignoranti in materia e impachettati in vestiti costosi che applaudono nei momenti sbagliati perchè non capiscono nulla. Vanno all 'opera perchè fa chic. All'Estero la cultura operistica tra le giovani leve è di notevole spessore.
D: A Luglio (recite 6, 9, 12, 15,18 luglio) sarai a Londra, al ROH, per Falstaff, com'è il pubbico inglese?
R: E' un pubblico molto attento, preparato ed esigente che sa apprezzare e ricompensare con applausi calorosi. Mi trovo sempre molto bene al Roh, Covent Garden.
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