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IMPERDIBILE CONCERTO A VERONA

  • Redazionale
  • 21 apr 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

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Stagione Sinfonica 2014-2015

BRAHMS E ČAJKOVSKIJ PER L’OTTAVO CONCERTO AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA

VENERDÌ 24 APRILE ORE 20.30 DOMENICA 26 APRILE ORE 17.00

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Venerdì 24 aprile alle ore 20.30 ottavo appuntamento della Stagione Sinfonica 2014-2015 al Teatro Filarmonico con l’Orchestra dell’Arena di Verona diretta dal M° Francesco Ommassini.

La serata dedica la prima parte al pianoforte di Davide Cabassi, impegnato nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 15 in re minore di Johannes Brahms, per passare poi alla Sinfonia n. 5 op. 64 mi minore di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Il concerto replica domenica 26 aprile alle ore 17.00.

L’ottavo appuntamento sinfonico al Teatro Filarmonico vede salire sul podio il violinista Francesco Ommassini, prima parte dell’Orchestra areniana, che negli ultimi anni si è distinto con successo anche nella carriera direttoriale; la sua bacchetta aprirà la serata dirigendo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 15 in re minore di Brahms. Il Primo Concerto, composto da un Brahms appena venticinquenne, presenta una struttura monumentale che guarda chiaramente a Beethoven e colloca il solista a concertare con l’orchestra, senza concedere grandi virtuosismi decorativi, con l’eccezione di alcuni passaggi nel terzo movimento, come invece richiedeva la moda sinfonica dell’epoca. Il pianistaDavide Cabassi è quindi chiamato a cimentarsi in un concerto che, più che esprimersi in passaggi brillanti, predilige «la pienezza delle combinazioni accordali e la scrittura polifonica a parti late cara a Brahms, abbondando nei passaggi che riuscivano molto bene alla mano solida del compositore, come le lunghe sequenze di terze e seste, le doppie ottave, i doppi trilli, gli arpeggi veloci» (L. Och).

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La seconda proposta della serata vede l’esecuzione della Sinfonia n. 5 op. 64 mi minore di Čajkovskij, penultimo lavoro sinfonico del compositore russo datato 1888. Qui emerge la struttura ciclica, basata su un tema ricorrente che caratterizza tutti i movimenti della Sinfonia: «come un motto unificatore esso salda le diverse componenti dell’organismo sinfonico, ricomparendo con varie modifiche in tutti e quattro i movimenti della Sinfonia in mi minore». Il tema, che rimanda alla tormentata vicenda personale del musicista, esprime programmaticamente la «rassegnazione di fronte al Destino, o, il che è lo stesso, di fronte all’imperscrutabile predestinazione della Provvidenza», come dichiara lo stesso compositore. Il tema cupo e opprimente con cui inizia l’Andante introduttivo del primo movimento è, quindi, la voce inquietante dell’ineluttabile destino che il compositore sente incombere su se stesso e che percorre l’intero lavoro sinfonico. Čajkovskij ne fa una sorta di idée fixe alla Berlioz, che giunge all’epilogo nell’ampio Finale, dove viene suggerita un’idea di pacata rassegnazione per una conclusione in qualche modo positiva.

 
 
 

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