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BELLINI? DA CONSIGLIARE IN FASE DI STUDIO

  • di Alessandra Giorda
  • 13 apr 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

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Ieri pomeriggio le prove generali de I Puritani di Vincenzo Bellini in scena dal 14 al 26 aprile al Teatro Regio. Quest'Opera è stata assente dal Regio per oltre 20 anni, ma ieri un vero successo per il primo cast con Olga Peretyatko, un' Elvira veramente bella, ruolo con il quale ha recentemente debuttato con grande successo al Metropolitan di New York; Dmitry Korchak ha interpretato Arturo Talbo, Nicola Ulivieri, eccellente, è Giorgio Valton e Nicola Alaimo, Riccardo Forth. Completano il cast Fabrizio Beggi, Samantha Korbey e Saverio Fiore.

Per l'occasione ho ho intervistato Nicola Ulivieri, basso di grandissima importanza nativo di Arco di Trento che si è esibito nei teatri più importanti d'Italia e dell'Estero consacrandosi una come uno dei bassi con una voce tra le più belle del panorama lirico.

Nell'intervista a seguire con grande simpatia Nicola descrive il suo Sir Giorgio Valton, parla di Bellini del Teatro regio di Torino e dei ruoli che vorrebbe interpretarein futuro.

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D:Ne I Puritani interpreti Sir Giorgio Valton. Descrivi il personaggio e cosa c'è in lui di te

R:Giorgio Valton è lo zio di Elvira, il suo confidente, quella persona che riesce a colmare il vuoto affettivo lasciato da un padre molto severo e dedito alle questioni politiche più che a quelle familiari. Di lui spero di avere quella compassione verso le persone che Giorgio sembra avere anche verso gli altri personaggi dell’opera, è un buono e un giusto. Pur sempre un condottiero pronto a difendere la propria gente, ma un personaggio positivo. Nella realtà mio padre si chiama Giorgio.

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D: I Puritani è l'ultima Opera di Bellini , cos'ha di speciale?

R:L’opera "I puritani" credo racchiuda tutta l’enfasi belcantista di Bellini.

Per il pubblico più avvezzo alla vocalità, dovrebbe essere l’espressione massima, appunto, del bel canto.

Per noi cantanti un toccasana, vocalmente parlando.

D: Presenta più difficoltà vocali o interpretative?

R: Dico questo perché mi è già capitato di affrontare ruoli di questo tipo e uscirne assolutamente centrato, ogni volta che si affrontano ruoli che costringono ad usare in modo estremo il fiato ed il legato si impara un po’ di più la vocalità “Italiana” pura.

Quindi assolutamente da consigliare anche in fase di studio. Ho cantato tutta la vita Mozart lo posso dire, Bellini… Bellini, per studiare.

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D:Sei un grande basso che l'Italia vanta. Hai calcato le scene dei più prestigiosi palchi del mondo. In cosa eccelle il Teatro Regio?

R:Ogni volta che torno al Teatro Regio posso dire di sentirmi a casa, e questo a detta di tutti i colleghi. Credo sia per la serenità e gentilezza che sa trasmettere tutto il personale: è una tradizione di questo teatro. Ne ho visti altri dove il morbo dell’ombrosità contagia tutti i settori, noi compresi. Ogni luogo di lavoro ha in fondo un suo carattere che si tramanda negli anni e il Teatro Regio ha un gran bel carattere. Ovviamente è anche uno dei teatri più prestigiosi d’Europa ed è un onore partecipare alla sua stagione.

D:A luglio ritornerai a Torino per il Barbiere di Siviglia dove interpreterai Don

Basilio. Tra Bellini e Rossini chi colpisce di più il tuo cuore?

R: Beh, "Il Barbiere di Siviglia” del Regio è ormai una produzione entrata nel cuore degli spettatori e mi rende felicissimo tornare nelle vesti di Don Basilio, un personaggio spassosissimo e di grande responsabilità, l’aria “la calunnia” per niente facile, è da studiare ogni volta nei minimi dettagli. Rossini è un genio che non finisce mai di sorprendere, una bella lotta tra lui e Bellini, come chiedere se vuoi più bene al papà o la mamma…

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D:Quale personaggio vorresti interpretare , ma che ancora non hai fatto?

R: Negli anni a venire vorrei tanto continuare il mio percorso belcantista, quindi il Donizetti serio e Bellini, ma anche il repertorio francese, un Mefistofele nel “Faust” di Gounod per esempio e perché no un Verdi, compositore che non ho mai ancora affrontato.

 
 
 

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