CONOSCIAMO I PURITANI
- di Silvana G.
- 10 apr 2015
- Tempo di lettura: 3 min
DAL 14 AL 26 APRILE IN SCENA AL TEATRO REGIO DI TORINO
L'ultima opera di Bellini fu composta a Parigi per un pubblico di gran misura francese.I Puritani videro la luce al Théatre Italien di Parigi nel 1835 con enorme successo, ma Bellini non ne potè godere a lungo: il 23 settembre dello stesso anno morì a Puteaux, nei dintorni della capitale francese dov'era ospite degli amici Lewys. Nella partitura de I Puritani , un'eco dei suggerimenti di Rossini è sicuramente rintracciabile nella particolare cura dedicata alla strumentazione. La messa in scena dell'opera in oggetto, fa tremare il polso a sovraintendenti e direttori musicali di teatri per le difficoltà vocali che comporta. Un canto e una partitura nuda, difficilissima nei giochi e negli equilibri tra palcoscenico e orchestra, I puritani sono la quintessenza del belcanto, fatti di tensione e abbandono, estasi e tormento, liricità e virtuosismo.

La produzione operistica di Bellini annovera un totale di dieci titoli che hanno rivoluzionato la storia dell’opera;I puritani, composti su libretto di Carlo Pepoli, sono l’ultimo capolavoro del “cigno di Catania”.
TRAMA
Parte I
A Plymouth, nella fortezza dei seguaci di Cromwell, è l’alba. Sir Riccardo Forth apprende che sta per essere celebrato il matrimonio tra Elvira, la figlia del governatore puritano Lord Gualtiero Valton, e Arturo Talbo. Riccardo è addolorato perché è innamorato di Elvira. Nelle sue stanze la giovane riceve l’abbraccio dello zio Giorgio, che le comunica che ogni ostacolo è stato superato e potrà finalmente sposare Arturo, seguace della fazione dei Cavalieri. Giunge Arturo, che dichiara la propria gioia, quindi Lord Valton gli consegna un salvacondotto per lasciare la fortezza e si ritira perché deve occuparsi di un processo a una dama sconosciuta accusata di essere una spia degli Stuart. La dama, rimasta sola con Arturo, gli confida di essere Enrichetta di Francia, vedova di Carlo I. Arturo decide perciò di aiutarla e quindi le fa indossare il velo nuziale di Elvira: grazie al salvacondotto di Lord Valton potranno allontanarsi indisturbati e tutti crederanno che lei sia Elvira. Lo crede anche Riccardo, che decide di sfidare a duello Arturo, ma Enrichetta si frappone tra i due, perde il velo e svela la propria identità. Riccardo decide perciò di facilitare la fuga del rivale con un’altra donna. Appena i due hanno lasciato la fortezza dà l’allarme: Elvira, abbandonata, comincia a dare i primi segni di follia.
Parte II
Elvira è impazzita di dolore: crede di riconoscere Arturo nelle persone a lei vicino, crede di essere in chiesa per la cerimonia nuziale, e sfinita si ritira nelle sue stanze. Intanto il Parlamento ha decretato la condanna a morte del traditore Arturo. Giorgio chiede a Riccardo di salvare il rivale. Giorgio sa che egli ne ha favorito la fuga, e il rimorso, se Arturo verrà ucciso, lo perseguiterà per tutta la vita. Riccardo è pronto a combattere per salvare la patria e per amore della libertà.
Parte III
Mentre imperversa un uragano, Arturo è riuscito a eludere la sorveglianza delle guardie e a raggiungere la casa di Elvira. La fanciulla, ancora sconvolta, canta da una loggia la canzone che Arturo le cantava un tempo; Arturo si unisce al suo canto ed Elvira scende in giardino. Elvira domanda ad Arturo il perché dell’abbandono ed egli le spiega che aveva voluto salvare la vita di Enrichetta, ma che lui ama solo Elvira. La ragazza rinsavisce ma i soldati li circondano: Arturo è condannato a morte. Elvira vuole morire con lui. Si ode uno squillo di corno: un messaggero annuncia che Cromwell ha sconfitto gli Stuart e ha proclamato un’amnistia generale. Arturo ed Elvira si abbracciano felici.

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