Non distinguo tra interpretazione e realtà - Amarilli Nizza
- Alessandra Giorda
- 6 apr 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Grande ritorno al Teatro Regio di Torino per il soprano Amarilli Nizza che lo scorso anno ha incantato il pubblico e critica con un'interpretazione sublime di Cio Cio San in Madama Buterfly. Il 15 gennaio la Premiére di Suor Angelica , opera pucciniana che fa parte del Trittico con il Tabarro e Gianni Schicchi, che viene messa in scena al Teatro regio dopo Goyescas.
La Nizza nell'intervista a seguire mette in evidenza il dramma delle donne pucciniane alle quali viene strappato il figlio facendo una comparazione profonda con l'attualità che si vive ogni giorno."Parla " di sè e delle sue interpretazioni eccellenti quanto struggenti e che la portano spesso a un vero malessere fisico.
Amarilli è una grande artista , una Stella della lirica , vanto per l'Italia nel mondo che quando è in scena colpisce e affonda pubblico . Osannata nelle critiche della stampa del settore, impensabile non essere presenti all''Opera quando lei è in scena.

D: Suor Angelica è tra le tre opere del Trittico quella preferita da Puccini, perché?
R: Puccini al termine della composizione di Suor Angelica si recò nel convento in cui viveva sua sorella o una parente a lui cara , in questo momento non ricordo esattamente. Davanti a tutte le suore suonò l'Opera per intero e al termine le vide tutte in lacrime e sinceramente commosse. Fu così che si convinse di aver realizzato il capolavoro della sua vita. Credo che sia riuscito musicalmente a toccare vibrazioni molto alte dell'animo umano. Suor Angelica è un capolavoro costruito con accordi musicali perfetti a delineare la vita di reclusione nella prima parte e che , dall'apparire della zia principessa in poi, si trasformano in armonie cupe e angoscianti fino a raggiungere il climax del finale , insostenibile per potenza espressiva.

D: Suor angelica vive due drammi: uno quella del figlio che non può crescere e l'altra l'imposizione della vita monastica non avendo la vocazione. Nell'interpretare il personaggio come lo vivi?

R: Lo vivo in maniera angosciante e claustrofobica. Non potrei mai immaginare di non avere notizie di mio figlio e di dover trovare uno scopo di vita all'interno di un " carcere" nel quale non esiste il contatto con il mondo esterno. E' vero che l'essere umano ha un grandissimo istinto di conservazione e un forte senso di adattamento, però è altrettanto vero che sono le motivazioni a tenerci in vita. Infatti Angelica finchè pensa che il figlio sia vivo è motivata per continuare a esistere ma, una volta scoperto che il figlio è morto, non sa più motivare la propria esistenza.
D: Nelle Opere di Puccini è ricorrente la figura della madre che soffre perchè le viene strappato il figlio: Cio Cio San e Suor Angelica. Cosa ne pensi?

R: Penso che sia un argomento molto attuale. Veniamo spesso a contatto di notizie in cui istituzioni o assistenti sociali strappano i figli alle madri e forse non è la scelta più giusta da fare. Si tratta di un tema estremamente delicato, ma credo che sarebbe più saggio aiutare le madri perchè possano crescere i figli che hanno messo al mondo, piuttosto che strapparglieli creando danni irrimediabili nella psicologia dei bambini. In ogni tema pucciniano trattato ci accorgiamo di come l'umanità non sia poi così evoluta in un secolo di storia.
Comments